Parco dello Stelvio:Per firmare la petizione clicca qui.
La lotta contro lo smembramento del Parco Nazionale dello Stelvio non si è ancora conclusa. CTS, FAI, Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Turing Club Italiano, WWF, si sono unite per lanciare su Change.org una petizione rivolta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per “correggere la Mal/Intesa sullo Stelvio” dell’11 febbraio scorso,
come si legge sul testo della petizione, tra Ministero dell’Ambiente, Regione Lombardia e Province autonome di Trento e di Bolzano.
L’appello viene fatto affinché il Parco Nazionale dello Stelvio, nato nel 1935 per proteggere aquile, stambecchi, orsi e camosci, uno dei più antichi d’Europa e il più grande delle Alpi, non venga de-nazionalizzato, favorendo così gli interessi che secondo le associazioni sono quelli dei cacciatori e di chi preme per grandi opere devastanti ad elevato impatto ambientale.
Due sono i problemi ai quali si verrebbe incontro: non esisterebbe più una gestione affidata ad un ente nazionale autonomo con propria personalità giuridica, né una governance unitaria a tutela della natura. Le due Province di Trento e di Bolzano e la Regione Lombardia potrebbero decidere di operare in modo indipendente nelle loro rispettive zone di competenza.
Inoltre nel comitato di coordinamento, che avrebbe solo poteri generici di indirizzo, rischierebbero di prevalere gli interessi locali, anche perché non ci sarebbe alcuna vigilanza sulla gestione quotidiana dell’area protetta da parte dal Ministero dell’Ambiente.
Nei prossimi giorni ci sarà la ratifica dell’intesa dinnanzi al Governo. Dopodiché dovrà esserci anche quella del Presidente della Repubblica. Se non si riuscisse a trovare un cavillo per salvare anche stavolta l’unità del Parco, come aveva fatto l’allora Presidente della Repubblica Napolitano l’ultima volta, il Parco dello Stelvio sarebbe destinato a perdere la sua peculiarità e importanza di Parco Nazionale. Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente, spiega:
Per firmare la petizione clicca qui.
come si legge sul testo della petizione, tra Ministero dell’Ambiente, Regione Lombardia e Province autonome di Trento e di Bolzano.
L’appello viene fatto affinché il Parco Nazionale dello Stelvio, nato nel 1935 per proteggere aquile, stambecchi, orsi e camosci, uno dei più antichi d’Europa e il più grande delle Alpi, non venga de-nazionalizzato, favorendo così gli interessi che secondo le associazioni sono quelli dei cacciatori e di chi preme per grandi opere devastanti ad elevato impatto ambientale.
Due sono i problemi ai quali si verrebbe incontro: non esisterebbe più una gestione affidata ad un ente nazionale autonomo con propria personalità giuridica, né una governance unitaria a tutela della natura. Le due Province di Trento e di Bolzano e la Regione Lombardia potrebbero decidere di operare in modo indipendente nelle loro rispettive zone di competenza.
Inoltre nel comitato di coordinamento, che avrebbe solo poteri generici di indirizzo, rischierebbero di prevalere gli interessi locali, anche perché non ci sarebbe alcuna vigilanza sulla gestione quotidiana dell’area protetta da parte dal Ministero dell’Ambiente.
Nei prossimi giorni ci sarà la ratifica dell’intesa dinnanzi al Governo. Dopodiché dovrà esserci anche quella del Presidente della Repubblica. Se non si riuscisse a trovare un cavillo per salvare anche stavolta l’unità del Parco, come aveva fatto l’allora Presidente della Repubblica Napolitano l’ultima volta, il Parco dello Stelvio sarebbe destinato a perdere la sua peculiarità e importanza di Parco Nazionale. Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente, spiega:
Se passa la riforma, lo Stelvio, da parco nazionale, verrà degradato a parco provinciale, per questo noi chiederemo che venga cancellato dalla lista dei parchi nazionali, perché la mancanza del soggetto autonomo che lo gestisce è, a nostro avviso, una violazione della legge quadro sulle aree protette e perché la tutela dell’area finirebbe per dipendere dalla buona volontà del singolo che gestisce l’area di sua competenza.Il nome del Parco potrebbe essere utilizzato solo per attirare i turisti o per continuare impropriamente la ricezione di fondi statali e secondo le associazioni in lotta, neanche questo può essere permesso.
Per firmare la petizione clicca qui.
Nessun commento:
Posta un commento